Osteopatia pediatrica

L’Osteopatia Pediatrica è una grande risorsa per risolvere i disturbi di neonati e bambini. Utilizza trattamenti delicati adatti a tutte le fasi di crescita. Il suo approccio è naturale, non invasivo,  privo di effetti collaterali e in grado di  correggere problemi posturali in modo da evitare problemi in età più adulta. Il trattamento pediatrico viene preceduto da una profonda anamnesi e da una valutazione generale delle condizioni fisiche del bambino prendendo in esame non solo l’apparato muscolo-scheletrico, ma anche l’aspetto neurologico e comportamentale che lo caratterizza. Trattandosi di una terapia molto dolce viene generalmente ben tollerata dai piccoli pazienti che molto spesso sembrano accettarla piacevolmente. L’osteopatia pediatrica si dedica ai bambini seguendoli dalla nascita fino all’adolescenza.

 

NEONATI

Vita intrauterina

Le forze compressive intrauterine sono una delle cause più frequenti di sofferenza cranica nel feto. All’interno dell’utero materno esso può trovarsi ad essere limitato negli spostamenti e costretto nella medesima posizione per un periodo di tempo prolungato. La testa e il collo mantenuti a lungo in una posizione forzata tendono a determinare una deformazione cranica meglio conosciuta come plagiocefalia primaria ed uno squilibrio a carico dei muscoli del collo (più spesso degli sternocleidomastoidei) che può portare ad un condizione, conosciuta come torcicollo miogeno congenito.

 

Si assisterà inoltre alla formazione di aree di compressione che gli americani chiamano conglomerati a carico delle aree craniche maggiormente sottoposte a stress che coinvolgono ossa, membrane, nervi, vasi ecc. con un conseguente crollo della fisiologia ed una sintomatologia molto varia che  spesso è sovrapponibile a quella del trauma da parto che vede interessati i nervi cranici IX, X, XI e XII.

 

Il trauma alla nascita

La nascita ha un impatto determinante sulle nostre vite, è una delle esperienze più traumatiche dell’essere umano. Le forze che entrano in gioco durante il travaglio possono indurre una compressione, uno strain membranoso  e una congestione venosa con conseguenze sui nervi cranici IX, X, XI, e XII che potranno condizionare il futuro sviluppo anatomico, biomeccanico e fisiologico del nascituro. Le contrazioni uterine sviluppano una forza di 2-3 Kg per cm² e le aree maggiormente esposte sono il cranio e la pelvi. Il cranio del neonato è strutturato in modo da facilitare al massimo il parto, per evitare il minimo trauma al cervello e per ristabilire completamente la notevole mobilità di tutte le sue parti una volta concluso lo stress del parto. Le ossa piatte membranose sono strutturate per sovrapporsi l’una all’altra quando il cranio passa attraverso il canale del parto; il grado di questa sovrapposizione è controllato e limitato dalle membrane di rivestimento durali.  Poco prima della nascita, il bimbo nell’utero è posizionato in modo da presentare il diametro più piccolo della sua testa rispetto al più grande diametro del bacino materno; egli è in posizione di flessione completa.

Mentre le contrazioni continuano, viene condotto dall’inclinazione del pavimento pelvico materno verso la linea mediana per superare la sinfisi pubica e fuoriuscire attraverso un movimento di estensione del collo. L’attività respiratoria, associata all’energica attività vocale del neonato, serve per portare in estensione il meccanismo craniale e per riportare le ossa e le membrane alle loro relazioni anatomiche, consentendone il movimento fisiologico libero e il conseguenziale sano sviluppo del sistema nervoso centrale al suo interno.

 

Tuttavia, nel nostro mondo moderno civilizzato, queste circostanze ideali si verificano raramente. In seguito a fattori come l’insufficiente alimentazione della madre, le insufficienze strutturali prima e dopo la gravidanza, l’abuso di sostanze stupefacenti, l’inadeguata preparazione al parto e, a volte, l’accelerazione meccanica o artificiale del parto da parte di un ostetrico impaziente, solo un numero relativamente scarso di bambini nasce senza uno strain rilevante o un trauma cranico.

Dall’altra parte le irregolarità strutturali del bacino materno possono far si che il bambino assuma un grado di estensione e flessione laterale cervicale maggiore rispetto alla norma; la conseguenza sarà la presentazione di un diametro più grande rispetto a quello occipitobregmatico. In simili circostanze si possono verificare una moderata estensione del collo, un occipite in posizione posteriore, una presentazione di faccia o persino una estensione completa del collo per cui il parto per via vaginale risulterà impossibile. In questa circostanza, il parto cesareo diventa necessario per la sopravvivenza del bambino. Le forze di compressione, però, hanno già traumatizzato il cranio, nel momento in cui le contrazioni lo spingevano progressivamente verso il canale del parto.

La prominenza di una base sacrale in disfunzione di anteriorità nella madre, può ostacolare la discesa della testa da un lato con possibile deformazione del meccanismo craniale. Da qui si capisce l’importanza di preparare al meglio la partoriente all’evento del parto liberando, nei mesi di gravidanza, le articolazioni del bacino (sinfisi pubica, osso sacro ecc.) in modo tale che il nascituro abbia più spazio possibile nel suo viaggio verso il mondo esterno.

 

La presenza di gemelli di grandi proporzioni, che si sforzano entrambi di presentare la testa nello stesso momento, può provocare uno stress cranico in uno o in entrambi anche prima che il parto abbia inizio.

Oltre a questi primi esempi di traumi meccanici alla nascita, esiste tutta un’altra serie di rischi per il neonato causata da situazioni particolari:

  • Presentazione podalica
  • Primo parto
  • Travaglio molto lungo (oltre le 18 ore) o molto corto (meno di 3 ore)
  • Uso di anestesia epidurale
  • Anomalie uterine
  • Estrazione con ventosa o forcipe
  • Uso di ossitocina
  • Cattiva posizione del bambino
  • Cordone ombelicale intorno al collo
  • Periodo di inerzia uterina
  • Doglie false prima di quelle effettive
  • Rottura o perdita prematura delle acque

Il verificarsi di una o più di queste condizioni può sfociare in una serie di problematiche che possono alterare la struttura cranica del neonato con effetti che possono manifestarsi attraverso una serie di sintomi a seconda delle aree interessate dalle compressioni:

  • Rigurgiti e reflusso gastroesofageo
  • Difficoltà di suzione
  • Coliche gassose
  • Stitichezza
  • Otiti o sinusiti ricorrenti
  • Plagiocefalia primaria (asimmetria del cranio)
  • Plagiocefalia secondaria o da posizionamento (in seguito a torcicollo, scoliosi o ad una posizione ricorrente del neonato)
  • Problematiche posturali (che saranno visibili in futuro)
  • Difficoltà a prendere sonno
  • Problematiche respiratorie

Nei casi più gravi dove si assiste ad una sofferenza cerebrale prolungata le ripercussioni per i nascituri possono essere ben più serie e giungere a ritardi evolutivi.

L’osteopatia, in ambito pediatrico, ha un grande ruolo nella diagnosi e nel trattamento delle Plagiocefalie e di tutte quelle problematiche conseguenti ai traumi da parto. Essa permette, grazie a manipolazioni delicate, di riportare l’equilibrio nelle tensioni dell’organismo del bambino al fine di promuovere il suo potere di autoguarigione. Verranno prese in esame le aree sottoposte a maggiori stress (cranio e bacino) e liberate dolcemente dagli strain membranosi e dalle compressioni che determinano una diminuzione della fisiologia. Una diagnosi precoce è un fattore chiave per un trattamento che risulterà ancora più efficace se effettuato nei primi 3-4 mesi di vita del neonato.

Gli strain membranosi durante il parto possono creare nel neonato problemi per tutta la vita. Riconoscere e curare questi disturbi nell’immediato post-partum è uno degli aspetti più importanti della medicina preventiva.

N.B. La plagiocefalia non ha una risoluzione spontanea e per questo motivo diventa di cruciale importanza trattare il neonato già nella prima settimana di vita per continuare nei successivi  12- 18 mesi. Affrontare queste problematiche in modo precoce può evitare lunghi percorsi di cura nella vita adulta.

 

BAMBINI

Così come i neonati possono sviluppare problemi in seguito al trauma del parto, i bambini  possono andare incontro ad una serie di patologie causate da incidenti o cadute durante la crescita, da infezioni o infiammazioni. Ritardo della parola, difficoltà nell’apprendimento, problemi di coordinazione e nello sviluppo motorio, che non avrebbero nessuna ragione di esistere, molto spesso possono essere affrontati con successo mediante l’osteopatia.  Accompagnando la loro crescita, sarebbe appropriato far ricevere loro trattamenti osteopatici ad intervalli regolari per favorire il proprio potenziale di salute e sviluppo.

 

ADOLESCENTI

Nell’adolescenza, durante lo sviluppo, il corpo va incontro a numerosi ed importanti cambiamenti che rendono i ragazzi maggiormente vulnerabili. Molto spesso, infatti, in questo periodo si sviluppano tensioni emotive che sovraccaricano il sistema viscerale (con conseguenti gastriti e coliti) ed alterazioni posturali, senza contare i diversi traumi a cui essi vanno incontro nello svolgimento delle loro attività sportive. In tutti questi casi l’osteopata può contribuire in modo importante alla buona salute dei ragazzi,  individuando e trattando tutti quei problemi, anche piccoli,  legati alla crescita e facendo prevenzione dei rischi e dei traumi connessi alla pratica sportiva.

 

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